L'AI ACT E IL WATERMARKING
L’esigenza di tutelare quello che viene generato dall’Ai.
L'intelligenza artificiale è un campo dell'informatica che mira a creare sistemi capaci di svolgere compiti che richiederebbero l'intelligenza umana. Questo include attività come la risoluzione di problemi, il riconoscimento di schemi, la comprensione del linguaggio naturale e la percezione visiva.
Ad oggi, l’Ai ha compiuto passi da gigante dilagando sempre più nella vita quotidiana di tutti. Dalle analisi di previsione del settore finanziario all’automazione industriale, l'AI sta letteralmente ridefinendo il modo in cui interagiamo con la tecnologia e il nostro stile di vita.
Una delle questioni che sono alla base di molti dibattiti è certamente l’esigenza di tutelare tutto quello che viene generato dall’Ai. Una delle possibilità è quella di introdurre il Watermarking.
Cos'è il Watermarking
Il watermarking è un sistema digitale che serve a proteggere e autenticare i contenuti digitali, come immagini, video e documenti, inserendo informazioni nascoste all’interno dei file. Queste informazioni possono essere utilizzate per tracciare la provenienza stessa dei contenuti e si rivelano molto utili per prevenire la contraffazione del materiale digitale.
Da sempre si utilizzano modelli di watermark per poter affermare l’autenticità o la paternità di materiale fisico o digitale un esempio tipico è la filigrana nelle banconote e nelle marche da bollo.
Con il progresso della tecnologia e lo sviluppo sempre in crescita dell’Ai, si è tornati a volgere l’attenzione a questa pratica. Da una parte l’Ai offre soluzioni innovative e migliora la qualità della vita umana, dall’altra parte, solleva problematiche legate alla privacy e alla sicurezza che non possono essere ignorate.
Questa pratica viene utilizzata per disincentivare il fenomeno delle fake news ed evitare truffe o altre situazioni dannose. Il C2PA (Content Provenance and Authenticity) è già stato preso in considerazione da alcuni dei giganti del web e delle big tech permette di fatto, in caso di alterazione dell'etichetta, di verificarne l’effettività autenticità o di segnalare il contenuto come generato dall'intelligenza artificiale.
Anche Google ha annunciato il suo sistema di filigrane digitali. Si tratta di tecnologie che andrebbero integrate all'interno dei framework stessi in modo tale che l'output generato dall'Intelligenza Artificiale trasporti al suo interno anche una filigrana invisibile a occhio analogico ma perfettamente leggibile da una macchina.
l'AI Act, come l'Europa regola l’intelligenza artificiale generativa
Proprio in questi giorni gli ambasciatori dei 27 paesi dell’Unione Europea hanno votato all’unanimità, l’ultimo testo (in bozza) dell’Ai Act, approvando l’accordo politico che era stato raggiunto a dicembre. La votazione finale è prevista per il 24 aprile 2024. Una volta approvato, ci vorranno due anni, dopo l’uscita in Gazzetta, perché la legge diventi esecutiva.
I Paese Europei hanno adottato la linea di regolamentare i modelli di Ai generativa, oltre ai prodotti o soluzioni finali.
L'Europa considera l'AI come una tecnologia “general purpose” (Questa definizione indica un insieme di tecnologie che possono influenzare un'intera economia, di solito a livello nazionale o globale, quindi imprevedibile da controllare e regolarne i modelli e i prodotti finali generati. La decisione di questo testo segna il giusto compromesso tra Ai generativa (anche quelli non a rischio sistemico) sono comunque soggetti a un obbligo di trasparenza sul suo funzionamento, creazione e caratteristiche tecniche. In più, se il fornitore è fuori dall’Ue, deve nominare un rappresentante autorizzato che sia stabilito nell’Unione e che gli consenta di svolgere i compiti previsti dal presente regolamento. Sono esclusi da questi obblighi, i modelli di Ai con licenza libera e Open Source e quindi di uso generale e accessibile al pubblico.
In Europa i produttori di Ai generativa a rischio sistemico hanno l’obbligo di notifica alla Commissione, inoltre devono fornire la documentazione del modello come è stato creato e attuare una politica di rispetto della normativa dell’Unione in materia di diritto d’autore. I produttori del modello sono anche obbligati a presentare e rendere pubblico ogni parte del modello di Ai creato e a valutare il livello di rischio correlato ad esso. La conformità a questi requisiti può essere ottenuta attraverso codici di condotta che saranno sviluppati dall’industria, con la partecipazione degli Stati membri (attraverso il Consiglio dell’AI) e facilitati dall’Ufficio dell’Ai.
Gli impatti dell’Ai Act mirano a proteggere gli individui con trasparenza, rimozione dei dati, rispetto dei diritti umani e standard di qualità. Tuttavia, alcune preoccupazioni riguardano il possibile rallentamento dell’innovazione e la competitività delle aziende europee nell’ambito dell’Ai.
Fonte: Il Sole 24 Ore; cybersecurity360; dal Web.
27/02/2024
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